Le manifestazioni della riattivazione del virus VZV

Il Virus Varicella Zoster (VZV) è un virus erpetico di classe alfa, patogeno esclusivamente per la specie umana. La sua diffusione è cosmopolita; l’infezione primaria avviene in genere nelle prime due-tre decadi di vita, ed è manifesta clinicamente nella maggioranza dei casi, determinando una malattia esantematica raramente complicata nell’immunocompetente, nota come Varicella. La Varicella è malattia temibile nell’ospite immunocompromesso (pazienti trapiantati, immunosoppressi, infetti da HIV, in trattamento con steroidi), potendo determinare complicanze con maggiore frequenza, in particolare la polmonite varicellosa, mortale in un terzo circa dei casi.
Dopo l’infezione primaria, il VZV viene posto sotto controllo immune e la sua replica si arresta. Il virus non viene comunque eradicato, nemmeno dopo l’esposizione vaccinale. Esso, per suo peculiare tropismo, rimane latente nei gangli nervosi endocranici e nei gangli dorsali del midollo spinale, dove pochi neuroni ospitano, sotto controllo immune costante, virioni capaci di riattivare la propria replica nelle fasi successive della vita dell’ospite. I meccanismi alla base del fenomeno della riattivazione di VZV sono tuttora largamente inspiegati; la riattivazione è più frequente dopo traumi, intossicazioni, malattie protratte, trattamenti immunosoppressivi; essa diviene più frequente in modo direttamente correlato al progredire dell’età, manifestandosi complessivamente in oltre la metà degli ultraottantenni.

La manifestazione clinica più frequente della riattivazione di VZV è l’Herpes Zoster (HZ), caratterizzato da una mono-oligo nevrite monolaterale, associata in genere, poco dopo l’esordio, alla presenza di vescicole multiple e confluenti, su base eritematosa, evolventi in croste, nel dermatomero interessato dal dolore. I gangli più frequentemente coinvolti dal fenomeno di riattivazione sono quelli cranici (causanti il quadro della nevralgia trigeminale zosteriana con coinvolgimento oculare, in particolare della cornea) e quelli toracici. Anche il distretto lombare può essere interessato. Il dolore s’irradia in genere ai dermatomeri adiacenti, sia rostralmente che cranialmente, e si associa ad una ipoestesia tattile delle medesime regioni; nel dermatomero centrale stimoli anche lievi evocano in genere una esacerbazione del dolore (allodinia).

Nella maggioranza dei casi il dolore e l’eruzione cutanea si risolvono in 3-4 settimane; in una proporzione importante dei pazienti non trattati, crescente con l’età, il dolore persiste oltre due mesi dopo l’esordio dell’eruzione e ben oltre la sua risoluzione, configurando il quadro clinico della nevralgia post-erpetica (NPE). La NPE è più frequente nelle persone anziane e compromesse clinicamente, manifestandosi in circa il 50% dei casi di Zoster in pazienti ultraottantenni.