Carissimi,
la realtà che siamo chiamati ad affrontare ci costringe a prendere consapevolezza della costante tentazione alla scontatezza con la quale ognuno di noi vive la sua vita e, conseguentemente, ci provoca ad interrogarci sulla nostra effettiva situazione esistenziale. L’infezione che è dilagata in tutto il mondo in maniera così massiccia e violenta ha, indubbiamente, destabilizzato la nostra quotidianità ma, anche se può sembrare un paradosso, la realtà di questa patologia, che desta così tanta preoccupazione e grande sofferenza, può diventare un’opportunità perché ognuno di noi possa guardare più in profondità il suo essere uomo. In situazioni improvvise ed imprevedibili, come quella che stiamo vivendo, emerge il cammino di maturazione umana che personalmente e tutti insieme stiamo compiendo, la coscienza che abbiamo nell’affrontare la vita ed il significato che ne percepiamo. È l’intensità di questa autocoscienza che determina la nostra forza e che ci permette di combattere non solo la malattia ma la paura, una paura che esplode, soprattutto, quando la realtà mette a nudo la nostra impotenza, particolarmente di fronte alle circostanze preoccupanti che ci riserva la vita. Questo è il valore di ogni crisi ed è la riflessione dalla quale partire in questi giorni. Ritengo che per vincere la paura basti avere presente l’esperienza del bambino che vince la paura stessa in presenza della mamma.
Quindi, per ognuno di noi risulta assolutamente fondamentale, se si vuole vivere la vita in letizia, pur nella drammaticità indipendente dalla nostra volontà, in questa situazione, cogliere l’opportunità di seguire persone nelle quali sono evidenti l’esperienza della vittoria sulla paura e l’esistenza di un significato adeguato alle sfide che la vita ci pone. Soltanto a questa condizione si potrà ripartire ricostruendo, passo dopo passo, un tessuto sociale dove il sospetto ed il timore del contatto con l’altro non siano le parole definitive.
Noi che viviamo, a vario titolo, l’esperienza della Fondazione Camillo de Lellis, ci sentiamo chiamati in prima persona ad offrire il nostro contributo. Preghiamo S. Camillo de Lellis, che ha dato il nome e l’ispirazione alla nostra Fondazione, perché ci sostenga in questo momento di prova e renda il nostro cuore pronto ad accogliere la richiesta di sostegno, innanzitutto, dei nostri amatissimi medici, degli infermieri e di tutto il personale sanitario che, in questo momento, stanno offendo la vita per il bene comune, dando la nostra disponibilità a reperire medici e volontari che possano aiutare il lavoro del dott. Giustino Parruti, riferimento ultimo di tutto l’aspetto sanitario relativo all’emergenza “Coronavirus” della ASL di Pescara, nell’ambito del suo reparto in grave difficoltà per mancanza di personale deputato a fronteggiare la pandemia in atto. Si può dare la proparia disponibilità telefonando alla dr.ssa Antonina Sciacca (3423575140). Nella certezza che il cuore di ognuno di voi possa essere toccato, così come è possibile, da queste mie parole, vi ringrazio e vi auguro tutto il bene che possiate desiderare”.
Lucio Pippa